Santuario S. Maria a Parete

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Il Santuario 

Liveri è nota soprattutto per il Santuario di S. Maria a Parete che sorge in località Cavallerizza, a mezza costa sulla collina, nel luogo dove, secondo la leggenda, la Madonna apparve ad una giovane contadina. La giovane ritrovò, nelle immediate vicinanze, un’immagine della Vergine tra due angeli affrescata su un muro.  Il grande complesso, visibile per la sua posizione sopraelevata rispetto all’intera pianura, si raccorda con il piano stradale attraverso una grande e suggestiva scalinata in piperno. L’edificio, costruito nel XVII secolo intorno al piccolo tempio originario, reca la firma dell’architetto Giovanni Paolo di Ambrogio di San Severino. Presenta una pianta a croce greca con una sola navata: al centro della crociera si slancia una cupola maestosa. La facciata è ornata da un bel portale con colonne corinzie. Al suo interno la chiesa presenta un piccolo tempio fatto costruire dal feudatario Girolamo Barone e realizzato, molto probabilmente, da Cosimo Fanzago. In questo tempio è conservato un dipinto della Madonna, in stile grottesco, attribuito al pittore Tommaso di Stefano. Il tamburo ottagonale del tempio è affrescato con immagini ed episodi della vita della Madonna. All’esterno presenta otto finte finestre, intercalate dalle immagini degli otto profeti. Sulla cornice, appoggiata su doppi pilastri, si possono ammirare gli affreschi di Belisario Corinzio, rappresentanti temi ispirati alla Divina Commedia: la Danza della Morte, il Giudizio Universale, l’Inferno e il Paradiso. A sinistra del Santuario vi è un piccolo chiostro, con pilastro e posso centrale, nonché il museo del santuario, in cui sono conservati resti di opere d’arte, marmi di altare, un pulpito in legno, alcuni lampadari e la riproduzione fotografica delle opere che furono distrutte dall’incendio del 1989.

 

ll culto mariano: fede, devozione e tradizione…

Il culto mariano segna tanto fortemente questa piccola città che nel 2005 è riuscita ad ottenere dal Sommo Pontefice la modifica dello stemma e del gonfalone del Comune di Liveri, arricchiti dalla dicitura “Civitas Mariae”. Questo significativo evento ha rafforzato quel fervore spirituale e quella autentica devozione a Maria che ogni anno si rinnovano e tramandano nella Festa di S. Maria a Parete. I riti religiosi e le manifestazioni civili hanno inizio la terza domenica dopo Pasqua e continuano per tutta la settimana. I festeggiamenti si aprono con un “Sacro Novenario” di preparazione alla festa la cui celebrazione costituisce un suggestivo richiamo per i fedeli dai pesi del circondario. Momento conclusivo e culmine del Novenario è la notte del sabato di festa durante cui si svolge la pia pratica della “Scala santa”: folle di fedeli risalgono lo scalone del Santuario cantando e pregando devotamente, in ginocchio o in piedi, avvolti dalle tiepidi luci dei ceri sino a raggiungere la Chiesa dove viene solennemente celebrata la Santa Messa. Ad introdurre il rito è il tradizionale canto delle “Scapigliate”, fedeli che con il capo velato, la croce di legno ed i ceri si rivolgono intimamente in dialetto a Maria, invocando grazia per gli ammalati e rendendo grazie per i doni concessi. Questa straordinaria manifestazione di fede inizia alle prime ore del mattino e prosegue per l’intera giornata: prende così vita una suggestiva atmosfera di devozione e tradizione, gioia e dolore, fede e speranza, meravigliosa espressione dell’amorevole abbraccio materno con cui Santa Maria a Parete stringe a sé i suoi devoti di sempre trasmettendo loro emozione, forza e rinnovata fede. Con la processione per le vie del paese della statua della Madonna si concludono le manifestazioni religiose ed hanno inizio quelle civili, caratterizzate anch’asse da antiche tradizioni gastronomiche, con particolari polpette a base di carne, pane, uova, uva passa e pinoli ed artistiche, con le imponenti luminarie, le manifestazioni musicali e teatrali e il caratteristico spettacolo di fuochi pirotecnici. Un’altra festa religiosa si svolge invece nel mese di settembre, in onore del Patrono San Giorgio Martire ed è legata al lavoro nei campi e ai prodotti tipici del luogo: noci, nocciole, olive ed agrumi. È una festa vissuta nell’intimità della Comunità, ma altrettanto sentita e partecipata.

Nella vita di Liveri regna Santa Maria a Parete, sovrana incontrastata di ogni cuore e devozione, che ha voluto toccare questa terra e questo popolo, colmandolo di grazia ed amore. La dedizione a Lei è grande e forte: si manifesta in molti riti e tradizioni, tutti accompagnati ed arricchiti dall’impiego massiccio di prodotti di cera. Certo è che in ogni processione sfilano innumerevoli fiammelle devote; ogni liturgia è accompagnata da grandi capolavori d’arte ceraria e nella più importante manifestazione di fede, la Scala Santa, lo scalone del nostro santuario è completamente ed esclusivamente illuminato dalla cera. Forse è lo stesso destino ad aver unito il nome di Liveri alla Regina delle Vittorie, alla cera e alla luce. La Festa di Santa Maria  a Parete è rappresentativa in tal senso, in quanto costituisce per i fedeli  la vera fine e il vero inizio dell’ anno solare, e offre alla santità femminile e al culto mariano la particolare cornice della tradizione popolare campana. La preparazione della festa passa attraverso i “Dodici Sabati”, nei quali, durante la messa vespertina, il celebrante elogia a turno una delle 12 virtù della Vergine, le Dodici Stelle. Il venerdì della settimana precedente la festa comincia la Novena, aperta dal  Canto delle Scapigliate: un gruppo di donne vestite di nero, recano candele accese e intonano in dialetto un antico canto liverese, portando in processione il crocifisso ornato di cera e  accompagnando la lamentatio con gesti ricchi di pathos. Dopo nove giorni, la notte del sabato è dedicata al Pio Esercizio della Scala Santa. Dalle 3.30 del mattino e per tutto il giorno i fedeli salgono lo scalone completamente illuminato da ceri, alternando salita a preghiera, sostando ad ogni gradino per recitare un’Ave, un Pater  e un Gloria: chi non è in grado di risalire tutto lo scalone in ginocchio, lo fa almeno per gli ultimi 10 scalini. Nella ripetizione del Canto delle Scapigliate si palesa appieno il carattere tutto meridionale e campano di questa pratica: le donne offrono ancora alla Madonna il loro canto, accompagnato da un grande cero decorato e chiedono perdono, grazia e guarigione per tutti. La funzione espiatoria e sacrificale del rito, che ha lo scopo di invocare l’amore della Santa Vergine affinché conceda le grazie richieste, è chiara: esso, durante l’anno, viene ripetuto da quanti si rivolgono alla Vergine per chiedere una grazia, come testimoniano i tanti ex-voto custoditi nel santuario. Virtù miracolose sono attribuite anche ad una campanella, ritrovata nello stesso luogo dell’affresco della Vergine,  che viene suonata a richiesta per  allontanare ogni dolore e difficoltà. La recita del Rosario, della Novena e  della Supplica completano il rito. Dopo aver riposato un po’, non resta che dare il via ai festeggiamenti, gustando l’ormai famosa Polpetta Liverese, detta Polpetta di Stoppa: un delizioso piatto povero, dalla forma arrotondata, a base di carne, pane in quantità doppia alla carne (da qui la denominazione), uova, pinoli, uvetta e formaggio a volontà. Le bancarelle allestite sotto l’Allummata riprendono  la “fiera di ogni genere di cose” descritta negli antichi documenti. La grande processione della domenica mattina sotto l’allummata, rappresentano altri momenti forti , ai quali partecipano tutti i membri della Congrega di Santa Maria a Parete, i liveresi e una folla di forestieri, attirati dalla potenza della Vergine dispensatrice di grazie.

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